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Itinerari Cauloniesi
Guida storico artistica

Presentazione
 
di Nicola Frammartino

  di Teresa Giamba
  di Gustavo Cannizzaro

Dall'età preistorica...
  di Maria Teresa Iannelli

Castelvetere
 
di M. Pellicano Castagna

Caulonia
  di Gustavo Cannizzaro


Itinerari

 Itinerario N. 1
  di Gustavo Cannizzaro

 La zona alta "Susu"
  Parte Prima
  Parte Seconda

 Itinerario N. 2
  di Gustavo Cannizzaro

 La zona bassa "Jusu"
  Parte Prima
  Parte Seconda


 Itinerario N. 3
  di Gustavo Cannizzaro

 Il Territorio
  Parte Prima
  Parte Seconda

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dall'età Preistorica e Protostorica all'epoca greca e romana
di Maria Teresa Iannelli


Stele con iscrizione greca rinvenuta
in Caulonia nel 1852

Ricostruire le fasi di vita dell' uomo in questo territorio, è quasi impossibile per l'assoluta mancanza di dati relativi all'età preistorica e protostorica.
Anche per le epoche più vicine a noi le notizie in nostro possesso non sono sufficienti per una completa comprensione storica degli avvenimenti. Perciò sarà necessario considerare il territorio dell'attuale Caulonia alla luce delle vicende del più esteso comprensorio dell'attuale Locride (compresa tra Capo Bruzzano e Punta Stilo), per il quale siamo più ampiamente documentati.
Allo stadio attuale delle ricerche, non è ancora stato rinvenuto alcun tipo di frequentazione umana di questo territorio, in età paleolitica; è certo comunque che gli abitanti di questa parte della costa jonica, in questo periodo, non ebbero stabili dimore, ma si
riparavano in grotte naturali, e furono dediti alla caccia.
Consistenti indizi della presenza di un villaggio neolitico,si hanno nella località Prestarona del comune di Canolo; non sono stati eseguiti scavi regolari, ma i rinvenimenti di superficie testimoniano la presenza di ceramica decorata con l'unghia o la conchiglia (impressa), utensili e schegge di ossidiana (roccia  nero - lucida importata dalle isole Eolie).


Per l'età del Ferro (X-IX sec. a. C.), si possiede qualche elemento in più di conoscenza, grazie al rinvenimento di necropoli nelle località: Canale, lanchina e Patarriti in comune di Locri, in contrada Stefanelli di Gerace, in contrada S. Stefano in comune di Grotteria, ed infine in una zona prossima al territorio di Caulonia, in contrada S. Onofrio in comune di Roccella.
In questo periodo, ormai l'uomo lavora i metalli, in particolare il bronzo ed il ferro; plasma a mano vasi di argilla grossolana;
è ormai dedito all'agricoltura e all' allevamento del bestiame; costruisce per il suo ricovero villaggi di capanne; seppellisce i suoi morti in tombe scavate nella roccia deponendovi i ricchi corredi: vasi, armi, spille, (fibule), braccialetti e collane (armille) ecc., a secondo che si tratti di uomo o donna; talvolta crema  i defunti raccogliendone leceneri in grossi vasi grezzi (acromi).
Sullo scorcio dell'VIII sec. a.C., un nuovo evento interviene nel Mediterraneo occidentale: i Greci provenienti dalle varie zone della Grecia propria, approdano nelle odierne Campania, Cala- bria e Sicilia e vi fondano varie città (colonie).
Il territorio della Locride è interessato dalle fondazioni di Locri Epizefiri (attuali Locri e Portigliola), di Caulonia antica (attuale Monasterace Marina), fondata successivamente da Crotone.
L'elemento indigeno, che in età protostorica si era insediato nei territori di altura, si integra gradualmente con i coloni greci, portatori di una civiltà più evoluta e raffinata.
Le città (poleis) di Locri e Caulonia che sorgono sulla costa condizioneranno le vicende storiche del territorio limitrofo soggetto alla loro influenza.
Di fatto sono tuttora incerti i limiti territoriali tra le due colonie ed ancora non è stato stabilito con certezza se il territorio relativo dell'odierna Caulonia era sotto l'influenza dei Locresi o dei Cauloniati; è certo comunque che esso ha risentito dei continui contrasti esistenti tra i Locresi, alleati dei Siracusani e le poleis di Reggio e Crotone, quest'ultima forse sostenuta da Caulonia.
Le ostilità tra Locri e Crotone culminano, nella metà del VI sec. a.C., nella battaglia combattuta sul fiume Sagra ancora non identificato. L'esito è favorevole ai Locresi, che da allora in poi, sullo lonio sostituiscono il loro predominio a quello di Crotone.
Della sconfitta dei Crotoniati sembra essersi avvantaggiata anche la stessa Caulonia, che, nella seconda metà del VI sec. a.C. comincia a battere moneta.
Risale a questo periodo la coniazione di splendide monete d'argento (stateri incusi).
La tecnica incusa caratterizza le prime emissioni monetali di tutte le colonie Magno Greche, ad eccezione di Locri che sembra monetare più tardi; si tratta di monete che raffigurano sul diritto una scena a rilievo e sul rovescio la stessa scena incavata.
Le monete incuse di Caulonia riproducono una figura maschile nuda, in piedi (stante) che regge sul braccio sinistro teso in avanti un'altra figura più piccola; accanto è un cervo con la testa rivolta all'indietro.
L'emissione di questa serie di monete testimonia per Caulonia un grande potere economico insieme alla raggiunta autonomia.
I secoli V e IV sono dominati dalle minacce dei Lucani contro la grecità occidentale e dalle mire espansionistiche di Dioniso I, tiranno di Siracusa che vuole estendere il suo territorio su tutta la Magna Grecia.
Dionisio ed i Lucani si alleano contro la  Lega italiota, costituita da tutte le città greche italiote cioè dell'Italia meridionale ad eccezione di Locri che rimane fedele alleata di Siracusa.
La Lega italiota viene, però, sconfitta dai Lucani, e nel 399 a.C. Dionisio distrugge la città di Caulonia, ne deporta la popolazione a Siracusa consegnandone il territorio ai Locresi. Ben presto però Caulonia risorge  interamente ricostruita.


Tra la fine del IV secolo e l'inizio del IIIsec. a..C., precisamente dopo la morte del tiranno siracusano Agatocle che ne aveva arginato la potenza, Lucani e Bretti riprendono le loro incursioni contro le città italiote e acquistano gran parte del territorio magno greco, comprese le città di Locri e Caulonia. Siamo nell'anno 282, quando Roma decide di intervenire in Magna Grecia, proprio contro Bretti e Lucani, dapprima in maniera episodica, imponendo presidi a Locri, Crotone e Thurii, poi trionfando definitivamente su quelle popolazioni nell'anno 276 a.C. In questo periodo la poten­za romana affronta Pirro, re dell'Epiro, intervenuto in Magna Grecia in favore di Taranto, che aveva più volte imposto presidi a Locri, costringendolo a lasciare l'Italia.
D'ora in poi Roma affermerà il suo predominio sulla Magna Grecia, che conquisterà dopo la vittoria su Annibale.
In età romana la città greca di Caulonia sembra essere stata abbandonata, e comunque non sembra avere più avuto una dimensione urbana, mentre la più importante Locri diventa municipium a pieno titolo.
Nel territorio in esame, come in tutto il resto della Calabria, gli insediamenti tipici dell'età romana si caratterizzano con la realizzazione dei grandi complessi delle 'villae", cioè vere e proprie fattorie concepite per lo sfruttamento agricolo del territorio. Le "villae" che fondano la loro economia sul latifondo e sul lavoro degli schiavi, comprendono edifici ed impianti produttivi insieme a settori residenziali, spesso particolarmente monumentali, destinati alla residenza del padrono del fondo.
I complessi più importanti in questo territorio, che sono stati anche oggetto di indagine  archeologica sono: il "Naniglio" a Gioiosa Jonica e la villa di contrada Fontanelle di Monasterace; più a nord in ter­ritorio di Locri, recenti scavi hanno identificato un complesso monumentale nei pressi dell'attuale casino Macri in Comune di Locri e la già nota villa di contrada Palazzi in quello di Casignana; per quest'ultima, è stata ipotizzata la funzione di statio cioè di punto di sosta lungo la grande via di comunicazione da Capua a Reggio, costruita nel sec.II a.C., che coincide nel tratto in esame, grosso modo con la SS. 106 Jonica.
Anche nel territorio dell' attuale Caulonia, lungo la strada che dalla Marina conduce al borgo medievale, è stato rinvenuto un piccolo settore di una fattoria, con pavimentazione in cocciopesto (costituito da tritume di mattoni e malta), e reimpiego di materiale da altre costruzioni documentata dalla presenza di un capitello con decorazione a listelli.

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