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Il presente rapporto comprende
quattro capitoli più un’appendice.
I quattro capitoli trattano, rispettivamente, i temi:
difesa del suolo • impianti e servizi idrici • edilizia e territorio • infrastrutture.
L’appendice riguarda la proposta di legge regionale sui lavori pubblici,
il nuovo prezzario e le altre normative del settore.
Come si può notare, scorrendo il testo, nei quattro capitoli sono state
trattate diffusamente le principali iniziative intraprese che comprendono anche
alcuni completamenti di opere previste dai |
governi regionali precedenti,
le programmazioni degli interventi di risanamento o di nuove
opere in termini di difesa del suolo, di impianti e servizi
idrici, di edilizia e delle infrastrutture per la mobilità nella
Regione.
Sono riportate inoltre le notizie, alla data odierna, relative
allo stato di attuazione dei singoli interventi; tali notizie
potranno essere una utile indicazione per tutti gli enti attuatori,
in modo da procedere più speditamente alla conclusione
e al collaudo dei lavori.
Il rapporto vuole essere quindi una anticipazione schematica
non finalizzata ad un uso propagandistico, ma soltanto informativo,
anche perché il successo dei lavori pubblici non può essere
soltanto di una parte, ma appartiene a tutti i soggetti istituzionali
della Regione.
In questi tre anni gli amministratori locali hanno svolto il
loro compito – chi più e chi meno – con una
visione che si è andata sempre più allontanando
dalle abitudini assistenziali e qualche volta clientelari,
che caratterizzavano il settore dei lavori pubblici in un passato
non tanto remoto.
La sfida della programmazione lanciata dall’Assessorato
ai LL.PP. è stata raccolta e fatta propria da tutti gli
Enti Locali, spesso con l’appoggio esplicito delle forze
sociali.
Primo elemento caratterizzante delle attività dei lavori
pubblici della Regione è rappresentato dalla pianificazione
territoriale.
Pianificazione non intesa come un insieme di scelte impossibili
a realizzarsi ma una pianificazione basata sull’evolversi
del territorio regionale, avente la caratteristica di prevedere
interventi infrastrutturali programmati ai fini dello sviluppo
ed alla massima tutela ambientale.
La pianificazione, quindi, costituisce la base per programmare
le opere pubbliche in un paese moderno.
I flussi finanziari utilizzati nel settori dei lavori pubblici
provengono da ordinanze di protezione civile, fondi ordinari
regionali, nazionali ed europei e da risorse private.
Nei primi due anni del triennio in esame, sono stati utilizzati
prevalentemente i
fondi provenienti dalla protezione civile, mentre nell’ultimo
anno si e’ avviata una programmazione
sia nel campo delle infrastrutture che in quello delle opere
idriche ed in quello dell’edilizia (residenziale, di
culto e scolastica).
I cantieri aperti, pertanto, si riferiscono soprattutto alle
programmazioni di opere di risanamento del suolo, delle infrastrutture
danneggiate
da alluvioni
o terremoti o da recupero e ristrutturazione di opere edili. Ciò nonostante,
siamo in presa di ben oltre 1600 cantieri aperti, piccoli e medi; a ciò si
aggiunge di alcuni grandi cantieri interrotti negli anni ’90, che da
soli raggiungono la cifra di circa 400 milioni di €.
Gli operatori attualmente interessati (operai, impiegati e tecnici) superano
le ventimila unità.
L’Accordo di Programma Quadro per il Sistema delle Infrastrutture di Trasporto,
sottoscritto un anno fa e finanziato per i due terzi riguarda oltre un centinaio
di interventi che, per la maggior parte, sono nella fase di progettazione definitiva;
salvo alcune eccezione particolari, la relativa apertura dei cantieri avverrà entro
i dieci-quindici mesi così che entro il prossimo quadriennio le opere
possano essere utilizzate e collaudate.
Il terzo dei finanziamenti necessari per la copertura totale dei costi previsti
dall’Accordo proverrà, il prossimo quadriennio, dalle risorse
dei Piani Triennali ANAS e delle delibere CIPE per le aree sottoutilizzate.
Le eccezioni del tutto positive riguardano gli interventi negli aeroporti,
su alcune strade delle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria,
i
cui enti attuatori sono stati in grado di preparare in breve tempo le condizioni
preliminari per l’appalto dei lavori.
Il volume complessivo degli investimenti nella Regione nell’intero settore
dei Lavori pubblici, senza contare le grandi opere e quelle minori delle province
e dei comuni ammonta a circa € 5.748.023.596,92.
I progetti finanziati si trovano a diversi stati di esecuzione, come si può verificare
dall’esame delle tabelle e figure contenute nei quattro capitoli del
rapporto.
L’occupazione diretta e indotta nei cinque anni è stimata in circa
2218.497 operatori .
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