Caulonia 2000

 

   
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Caulonia: 40 anni di storia

Analisi su alcuni aspetti di politica amministartiva

di Nicola Frammartino

 


Parte prima Ottobre 1987


 

 

------- Parte seconda Novembre 1987

 

   

Alle elezioni amministrative del 1952 il panorama politico - amministrativo di Caulonia è molto cambiato rispetto a quello esistente nel 1946. Abbiamo osservato precedentemente che le elezioni del 1946 si svolgono in un clima politico che sa di antico.
Le elezioni amministrative del 1952 si situano invece in un punto di confluenza di profondi e complessi processi sociali e politici che sono venuti maturando a partire dagli ultimi anni di guerra.
E in virtù di questi fermenti che il nostro «paese» entra nel dibattito nazionale lasciandosi alle spalle il vecchiume fatto di lotte tra fazioni, tra clientele e tra le più potenti famiglie locali.

   

La caduta del Fascismo, la lotta partigiana nelle regioni del Centro-Nord d'Italia, l'avan­zata dell'Armata Rossa in Europa sono fatti che accendono in larghi strati della popolazione la speranza e alimentano l'attesa di radicali rivol­gimenti sociali; ma gli stessi fatti alimentano in altri strati sociali un senso di incertezza e di paura, una sensazione di salto nel buio. Ecco perché anche a livello amministrativo le forze che scendono in campo sono completamente differenziate, articolate.

Sia in quelle che puntano decisamente al cambiamento, sia in quelle che si battono per mantenere lo status quo si rafforza la consape­volezza del proprio ruolo e della propria identi­tà. Insomma, l'ammucchiata del 1946 non è più concepibile, c'è una grande voglia di colI­ocarsi apertamente nell'una o nell'altra trin­cea.

D'altronde i dati amministrativi del 1952 non colgono di sorpresa nessuno; essi sono preannunciati dalle precedenti consultazioni elettorali.

Alle elezioni referendarie svoltesi il 2 giu­gno per la scelta istituzionale, dalle urne esce l'immagine di una società spaccata in due, in­torno ad una questione di grande rilievo nazio­nale. Infatti, i risultati sono i seguenti: Monarchia voti 2733 Repubblica voti 1343

 

Analisi

Per le elezioni dell’Assemblea Costituente (sempre lI 2 giugno 1946 si hanno i seguenti risultati)

 

PCI                                    432
PSIUP                                383
PC internazionalista               59
P. d'Azione                            96
Partito Laburista  Italiano        29
PRI                                     704
D.C.                                  1062
Unione dem. naz.                 641
Uomo Qualunque                  461
Blocco Naz.  Libertà             664
Combattenti reduci partig.       54
Movimento Unionista ItaI.        76

   


Alle elezioni politiche del 18 Aprile 1948 i risultati sono i seguenti:

   

CAMERA DEI DEPUTATI
Fronte dem. Popolare                  1662
DC                                             2311
Blocco Nazionale                          614
Blocco Popolare Unitario               195
Unione Socialista                          236
Movimento Sociale Italiano           1398
PRI                                                78
Mov. Naz. Dem. Pop.                      55
Part. Naz. Mon. E All. Naz,             55
Partito Cristiano Sociale                  24

SENATO DELLA REPUBBLICA
Fronte Democr. Popol.                 1236
Blocco Nazionale                          304
DC                                               919
Union. Democrat. Nazion.              803
Mov. Naz. Mon. e All. Naz.           1358

   

 

L'instabilità  politica - amministrativa  di questi anni è un segno sicuro che il tentativo operato dalle classi dirigenti di ricomporre vecchi equilibri non va in porto.
L'instabilità è determinata dalla divaricazione sempre più accentuata tra gli orientamenti politici che maturano nell'opinione pubblica e la composizione della Giunta.

Si guardi per un attimo la Giunta guidata dal Sindaco Bombardieri:

Assessori effettivi: Chiodo Ilario, Camerieri Domenico, Maiolo Vincenzo, Aloi Francesco.
Assessori supplenti: Franco Vincenzo, Ierace Francesco.

Si guardi pure all' Amministrazione guidata dal Sindaco Lombardi (uguale a quella precedente, a parte la sostituzione dell’assessore Camerieri Domenico con l'assessore Scicchitano Simone).

Si nota come né nell’una né nell'altra Giunta v'è uno dei protagonisti della rivolta del 1945 che comunque la si giudichi e stato un avvenimento che ha avuto una profonda eco nelle coscienze della gente e che non poteva quindi non avere un riflesso nella formazione del Consiglio Comunale e della Giunta Municipale se si voleva sintonizzare la classe dirigente locale con le tendenze al rinnovamento così fortemente presenti nella società.

I risultati elettorali del 1952 sono pure determinati dal combattivo movimento lotta per la terra che  in quegli anni si sviluppa impetuosamente e che si stacca nettamente, per gli obiettivi che si pone e per le forme di lotta che utilizza, dalla rivolta del 1945.
Infatti, questo movimento è guidato dal sindacato e dai partiti della sinistra operaia (PCI e PSI) e lotta per conquistare nuovi spazi di democrazia per le masse popolari.

I risultati elettorali del 1952 sono i seguenti:

 

        
        ELEZIONI AMMINISTRATIVE 1952

Tromba (PCI+PSI)                        1524
Gallo                                            516
Torre C. (Centro -destra)                 843
PSDI-PRI                                      283
D.C.                                            1428

   


lI Gallo è una formazione che raccoglie i contadini e i piccoli proprietari di orientamento di sinistra. Nella sostanza i voti di sinistra sono in maggioranza. Ma nel Consiglio Comunale la sinistra è minoritaria a causa del mancato apparentamento del PCI e del PSI con il PSDI – PRI; detto mancato apparentamento è stato determinato da una pregiudiziale anti PSDI del PCI.

Dopo le elezioni del 1952 viene eletto Sindaco Armando Hyeraci.

 


 

------- Parte terza   Febbraio 1988

 

ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 1952

Il Consiglio Comunale eletto nel 1952 risulta così composto:

TROMBA: Napoli Vincenzo, Tuccio Ilario, Frajia Francesco, Sgrò Vittorio, Simari Vincenzo, Muscatello Agostino, Cirillo Vincenzo.
GALLO: Garuccio Nicola, Ciccarello Ilario.
TORRE CIVICA: Hyerace Armando, Mazza Francesco, Prota Romo­lo, Angilletta Luigi, Dichiera Antonio, Manno Ottavio, Cavallo Domenico.
PSDI-PRI: Idoni Ilario.
DC: Scicchitano Giacomo, Genovese Guglielmo, Asciutti Paolo, Cannizzaro Giuseppe, Lamberto Domenico, Paparo Salvatore, Finis Gilberto, Mirigliano Giuseppe, CavaIlaro Ilario, Franco Vincenzo, Ver­diglione Francesco, Piscioneri Antonio, Fameli Eugenio.

Viene eletto Sindaco Hyerace Armando che guida una Giunta così composta:
Assessori effettivi: Genovese Guglielmo, Lamberto Domenico, Mazza Francesco, Scicchitano Giacomo
Assessori supplenti: Cavallaro Ilario e Franco Vincenzo

La Giunta è espressa da una solida maggioranza (almeno tale dovrebbe essere, stando alla consistenza di gruppi che la costituiscono) formata dalla DC e dalla Torre Civica (formazione di Centro Destra).
Il suo maggiore limite, comune del resto a quelle precedenti, è che essa nasce in una logica di netta contrapposizione con le lotte ed il movimento di massa di quegli anni. Non ci si rende conto che la presenza nella realtà del «paese» di un nuovo protagonista, la classe operaia, è un dato insuperabile.

   
In tal modo, tutte le Amministrazioni del tempo, poiché nascono da una logica che sembra voglia risuscitare il passato sono votate al fallimento una dopo l'altra. E infatti, dopo appena un anno e mezzo di governo e precisamente nel mese di dicembre dell'anno successivo, il Sindaco Hyerace è costretto a rassegnare le dimissioni.
   


Gli succede l’avvocato Francesco Mazza che guida la stessa Giunta con una sola variante: il posto da lui lasciato libero come assessore è occupato da Francesco Frajia.

Neanche l'avvocato Mazza rimane a lungo alla guida dell'Amministrazione Municipale: alla fine del mese di maggio del 1955 la sua esperienza di Sindaco è già conclusa e la guida dell'Amministrazione Comunale viene affidata ad un commissario prefettizio.

ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 1956

Le elezioni del 1956 sono quelle della svolta. Esse hanno esercitato un peso notevole nelle vicende politiche di Caulonia per un lungo periodo.
Perciò, prima di passare alla esposizione del dato elettorale e ad una sua lettura critica, è bene tentare di individuare le cause che stanno a monte di essa. Alcune delle osservazioni qui esposte sono state già sviluppate precedentemente; le riprendiamo. magari anche solo di sfuggita.

 

Caulonia è stato fino alla metà degli anni '50, un piccolo centro di proprietà contadina.
lI latifondo era, infatti, smembrato già prima dell'Unità d'Italia e dal suo spezzettamento si era lentamente formata un'area di piccola proprietà, da una parte ed una costituita da aziende agricole di dimensioni piccolo-medie, dall'altra.

In termini assoluti si trattava sempre di aziende di modeste dimensioni. In un contesto economico, però. come quello di Caulonia, che si caratterizzava per l'esistenza di forti elementi di arretratezza e di miseria, la presenza di un gruppo sociale largamente benestante assumeva una posizione di particolare rilievo, anzi dominante.
Questa classe, infatti, aveva in mano tutto il potere e lo esercitava con fredda determinazione senza cercare alcuna mediazione con le classi subalterne.

Gli episodi, tramandati dalla memoria popolare, che evidenziano la crudeltà della classe «signorile» non si contano

    In definitiva, nella storia della nostra comunità il contrasto tra contadini poveri, braccianti, artigiani e popolo minuto da una parte e la cosiddetta «borghesia agraria» dall'altra, è molto acuto ed è decisivo per la determinazione degli orientamenti politici di larghi strati della popolazione.
   


I contadini di Caulonia vivono nella miseria più cruda al Centro come nelle Frazioni dove le condizioni di vita sono ancora più insopportabili. Infatti, alla povera gente manca tutto, persino il necessario per sfamarsi.

L'alluvione del 1951 mette improvvisamente a nudo le condizioni del­la povera gente e l'incapacità dello Stato a farsene carico.

   

Dopo la Guerra, dai ceti popolari, nei quali era maturata una nuova coscienza dei propri diritti e della propria dignità, viene una forte richiesta dello stato sociale. I ceti benestanti, invece, continuano a difendere il vecchio Stato, repressivo e violento nei confronti dei «cafoni».

Questo contrasto di posizioni e di prospettive suscita le dure lotte di quegli anni che approdano a risultati anche importanti: l'inizio della Riforma Agraria ed una nuova politica dei lavori pubblici.
Quest'ultima produce degli effetti assai importanti sul piano dei rapporti sociali: la nascita di una nuova classe, la classe operaia dell'edilizia che si organizza e lotta in modo nuovo rompendo nettamente con la vecchia tradizione ribellistica delle plebi meridionali che a Caulonia ha un forte radicamento.

Alle esplosioni violente di rabbia popolare, che in un'ora o in un giorno mettevano a ferro e fuoco «il paese» senza riuscire mai a provocare alcun cambiamento nell'assetto del potere locale, subentra la lotta organizzata e guidata dal partito e dal sindacato. Non si assalta più improvvisamente il Municipio, la Caserma o le abitazioni signorili per vendicarsi delle ingiustizie subite; non ci si abbandona più a sogni di improbabili cataclismi sociali; si lasciano alle spalle antichi progetti che se pure avevano un grande valore morale, si erano dimostrati del tutto velleitari sul piano politico.

La lotta della classe operaia, dei contadini e del popolo minuto è, ora, ordinata e consapevole del suo ruolo, geloso dei suoi diritti, rispettoso dei suoi doveri.

Un altro fenomeno caratteristico della prima metà degli anni '50, e che allora è stato sottovalutato, è la crisi che sta investendo il mondo agrario e la conseguente diminuita capacità del mondo contadino ad esprimersi autonomamente nelle istituzioni.

E infatti, è assente dalla competizione elettorale del 1956 la lista del «Gallo» che nel 1952 aveva rappresentato i contadini.

L’emigrazione è un altro fenomeno che modifica profondamente gli assetti economici, sociali e politici della nostra comunità. Essa funziona da valvola di sfogo di tensioni esplosive; infatti, consentendo la riduzio­ne delle bocche da sfamare, costituisce un efficace rimedio contro l'e­splodere tumultuoso ed incontrollabile della disperazione della povera gente.

 


I ceti dominanti gestiscono questo fenomeno doloroso in modo tale da farlo diventare un ulteriore strumento di controllo sociale; abusando della loro capacità di influenza presso la burocrazia, stabiliscono chi può partire e chi no, dissuadendo, in tal modo, chi aspira ad emigrare dal partecipare a qualsiasi manifestazione di protesta contro le forze governative.

   


L'emigrazione è vista come un'ancora di salvezza da tutto o quasi. E pure a lungo andare si rivelerà foriera di gravi ed irreparabili conseguenza per il nostro «paese», soprattutto per il nostro Centro storico per il quale gli effetti devastanti hanno lasciato dei segni così profondi da subirne ancora oggi, e chissà per quanto tempo ancora, le conseguenze.

Un effetto immediato essa comunque lo produce cioè l'alleggerimento della pressione dei disoccupati sulle classi dirigenti. Tanto basta perché sia vista come una liberazione da chi parte perché per lui si apre una speranza; per i braccianti, i contadini, gli artigiani che rimangono, perché per loro diminuisce la concorrenza sul mercato del lavoro e il «signurinu» non può più continuare a scegliere il «jornataru» nelle strade e nelle piazze del «paese», così come aveva fatto sinora.

I risultati elettorali del 1952 sono influenzati da queste profonde modificazioni sociali: ma è nelle elezioni del 1956 che i processi sopra indicati, giunti a maturazione, dispiegano pienamente i loro effetti: la sconfitta delle vecchie classi dirigenti.

   

ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 1956

PCI: voti 1232 (seggi 8)
PSI: voti 1357 (seggi 9)
MSI: voti 613 (seggi 4)
DC: voti 1021 (seggio 6)
PALA: voti 548 (seggi 3)

   


Sono risultati eletti consiglieri:

PSI: Vincenzo Napoli, Tuccio llario, Alvino Ilario, Alvino Rosa, Garuccio Nicola, Colloridi Francesco, D'Amato Edoardo, Fantò Ilario,Papazzo Giuseppe.
PCI: Napolitano Cesare, Chiodo Ilario, Ciccarello Cosimo, Cirillo Vincenzo, Frammartino Celestina, Michelizzi Achille, Taranto Vincezo, AIoi Cosimo
DC: Bombardieri Vincenzo, Amato Francesco, Lanzetta Fiorentino Macrì Giuseppe, Modafferi Domenico, Cannizzaro Attilio.
MSI: Hyerace Filippo, Minici Ugo, Mazza Giuseppe, Franco UbaIdo
PALA: Scicchitano Giacomo. lenco Vincenzo, Mercuri Giuseppe

E stato eletto Sindaco Napoli Vincenzo che presiede una Giunta così costituita:
Tuccio Ilario, Michelizzi Achille, Cirillo Vincenzo, Fantò Ilario e Papazzo Giuseppe (assessori effettivi), Garuccio Nicola e Napolitano Cesare (assessori supplenti).

Alla morte di Vincenzo Napoli è stato eletto Sindaco Tuccio Ilario  che guida la stessa Giunta di prima così modificata: l'entrata di Fantò llario al posto di Papazzo Giuseppe e di Amato Francesco al posto di Tuccio Ilario, eletto Sindaco.

   

 

 

 


Caulonia: 40 anni di storia
Analisi su alcuni aspetti di politica amministrativa

di Nicola Frammartino
Corriere di Caulonia - ottobre 1987 - novembre 1987 - febbraio 1988

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