Questa
sezione raccoglie scritti, articoli, storie, usi e costumi
della tradizione cauloniese
"
A Svelata "
La
"Svelata", la "Confrontata", la "Ncrinata",
l’ “Affruntata” secondo le diverse denominazione sono, ancora
oggi, la manifestazione propria della domenica di Pasqua in ogni
centro del sud Italia.
Su
questa cerimonia I. Silone ha curato, per conto della Rai, un
bellissimo documentario dal titolo significativo "A Sulmona
la celebrazione della Pasqua è un inno alla primavera"; argomento
che egli descrive mirabilmente in un suo scritto dal quale stralciamo
quasi integralmente alcuni brani:
"....la
religiosità cristiana locale affonda le radici in un passato ben
più remoto dei due millenni della nostra era. Risale indietro
di tanti secoli, tanto da perdersi nella storia più antica. Un
passato ove il rapporto con la natura, ancora oggi così vivo e
reale, era qualcosa di più di un condizionamento dell'uomo agli
elementi naturali, era un rapporto tra il mortale(l'uomo) e il
sovrannaturale (la Terra, il Cielo, gli Elementi).Un rapporto,
a suo modo, religioso nella sua ancor rozza formulazione.
Alla base di questo legame (paure, speranze,
angosce, gioie, ire e desideri), era soprattutto l'attesa che
la terra non tradisse l'uomo che l'abitava, continuasse a produrre
quei frutti senza quali nessuno poteva sopravvivere: i verdi
prati per i pascoli degli armenti, le gemme degli alberi, i germogli
delle semenze.
Un'attesa spasmodica durante i mesi del freddo e della neve,
quando tutto sembrava morto; persino l'acqua che diventava di
ghiaccio.
Così il sopraggiungere della primavera
era la vita che rinasceva: e le feste esplodevano ovunque per ringraziare
di un miracolo che ogni anno si poteva temere non si ripetesse di
più. Oggi, una festa che rivela, sotto la sua superficie cristiana,
il ricordo degli antichi riti per celebrare la fine dell'inverno,
é la cerimonia della Pasqua a Sulmona. Sempre con il solito elicottero
sorvolavamo la cittadina nel momento cruciale della festa. La grande
piazza della città era gremita all'inverosimile. Al di là delle
case, sui monti circostanti vedevamo ancora le nevi, ma le valli
erano già punteggiate di mandorli in fiori, e l'erba dei prati splendeva
di un pallido verde. La
folla nella piazza, immobile fino a poco prima, cominciava ad essere
percossa come da un brivido. Era distesa come un tappeto di alghe
scuro e moventesi al ritmo dell'onda. Dall'alto sentivamo una vibrazione
scuoterla e la vedevamo aprirsi, lasciando un varco profondo che
tagliava la piazza, disegnando un sottile cammino da una piccola
chiesa proprio sotto la prospettiva della Maiella sino all' altro
lato della piazza stessa. Qui era stato innalzato un baldacchino,
i cui drappi si gonfiavano come vele ai colpi di vento.
Nel
portale della Chiesa aperto era apparsa una statua coperta da un
velo nero: una Madonna in lutto per la morte di Cristo. Attorno
alla statua erano gli inservienti di una Confraternita cittadina.
I loro abiti colorati, dall'alto, punti di colore che si staccavano
sullo scuro della folla. La statua della Madonna Nera avanzava lentamente
tra la folla, portata a spalla. D'un tratto esitava, si arrestava.
I Sulmonesi, dicono che ha visto sul lato opposto della piazza un'altra
statua: quella del Cristo Risorto. In quell'istante simultaneamente,
scoppiano fragorosi i mortaretti accompagnati dai rintocchi di tutte
le campane. La statua della Madonna compie quasi un balzo: i quattro
uomini che la portano hanno iniziato una corsa a perdifiato per
portarla accanto a quella del figlio.
All'inizio
di questa corsa la veste nera della Madonna é fissata alla statua
con spille e pieghe, con un sistema interno di fili quasi invisibili,
il cui capo é saldamente nelle mani di uno dei penitenzieri della
Confraternita di scorta alla processione. Sotto l'abito nero, la
Madonna ha un secondo vestito, verde, luminoso. Durante la corsa,
l'abito nero viene strappato con un colpo rapido, e, mentre esso
sembra svanire per magia appare quello verde.
L'effetto
ottico é aiutato non solo dalla corsa, ma da un volo di colombe
liberate sotto la statua nel momento dello strappo. Viene poi tirato
un'altro filo invisibile e al posto del fazzolettino bianco che
la Madonna stringeva nella mano destra appare una rosa rossa. L'insieme
della scena, la trasformazione e la corsa, durano in realtà istanti
ben più brevi di quanti ne occorrono per leggere queste parole.
La
Pasqua di Sulmona é strettamente legata al discorso sulle radici
protostoriche e preistoriche della civiltà abruzzese. Quel mantello
nero e quella veste che diventa verde, altro non sono se non la
Terra che dopo i mesi aridi e freddi dell'inverno si ricopre del
verde primaverile dell'erba e del grano che germoglia. Il bianco
fazzoletto é la neve: la sua scomparsa e l'apparizione del fiore
rosso, che nella ritualità attuale della festa simboleggia la fine
del lutto e delle lacrime della Madonna, raffiguravano evidentemente
lo sciogliersi del mantello gelato e l'apparizione dei primi fiori."
L'articolo di I. Silone oltre a fornire
una esauriente e completa descrizione su questa cerimonia, dà
una interpretazione atta ad aiutarci per una comprensione più
profonda della nostra stessa "Svelata".
Lunedì dell'angelo, la "Pasquetta", da noi meglio
nota con il nome "Galilea" anche per il cauloniese é
giorno di gita fuori porta.
Si tratta, appunto, della prima scampagnata e la nostra gente,
ancora oggi, coglie l'occasione per gustare “ogni ben di Dio”;
naturalmente con il buon vino non mancano l'ottimo salame (supprezzate
e capicodi), le frittate di asparagi, le “pitte” ( focacce) farcite
di "salamori" (ciccioli) e le "ngute" dall'uovo
simbolico. Infine il suono di un campanellino avvertiva e continua
a farlo che il nostro parroco, dando l'avvio alla benedizione
delle nostre case, apre il periodo di Pentecoste, ma questa é
un'altra storia....
Antologia
di foto sul Caracolo Un
sentito ringraziamento a:
Vincenzo Ammendolia, Luigi Briglia, Maria Roccisano per le splendide
foto forniteci.
Ideal Foto, Via Nazionale - Caulonia Marina - per le foto delle
locandine.
Un
ringraziamento cordiale al Prof. Gustavo Cannizzaro che ha
scelto
il nostro sito web
per la prima pubblicazione di questo suo saggio
Periodo di quaresima quale racconto, ovvero
i riti della settimana santa cauloniese.
Il Caracolo
di Gustavo Cannizzaro www.caulonia2000.it
- Marzo 2001