Brevi cenni storici sul Comune di Caulonia a cura
del Dott. Gustavo Cannizzaro

Probabili origini tardo - romane o bizantine si attribuiscono all’odierna Caulonia, chiamata Castelvetere fino al 1863 –

La città, tranne che per brevissimi periodi di diretta dipendenza dal regio-demanio, fu sempre infeudata sotto la signoria di Galvano Lancia, Matteo de Hyeres, Scarano di Taranto, Ancel De Chevreuse, Herve De Chevreuse per poi passare sotto il controllo della potente famiglia Ruffo di Calabria; dopo un breve periodo di dipendenza dal Regio-demanio, passò sotto la casa Carafa – Fino al 1806, anno delle leggi eversive che mettevano fine alla feudalità, Castelvetere rimase sotto i Carafa – La città, pur rimanendo sotto  il controllo del potere feudale ha avuto una sua università (comune), regolata da un proprio statuto – detta università si amministrava, come tutti gli altri centri del regno, su un sistema consuetudinario molto antico, a volte regolato da precise norme e nell’ambito di un corpo municipale (Reggimento), liberamente eletto ogni anno dai cittadini, riuniti in pubblico parlamento – Anche se possiamo accettare per buona l’osservazione, espressa in proposito da B. Croce “… tra il disinteresse dei più e i brogli di pochi” – Sotto questo profilo, Castelvetere offrì un particolare che è in se stesso un aspetto caratteristico della sua storia, e meritevole di studio e cioè: una rigida separazione di ceti, che si estrinseca nel classico istituto di doppio sindacato, con un Sindaco ed eletti dei Nobili, ed un secondo Sindaco ed eletti del Popolo, in teoria su posizioni paritarie , ma nella realtà, quest’ultimi, con funzioni più formali e subordinate – Ed è questo corpo di  Nobiltà separata (cui fanno capo esponenti delle famiglie in vista di Castelvetere), ricca di censo, di privilegi e di investiture suBfeudali (per cui gli intestatari usano qualificarsi baroni), ligia per necessità alla casa principesca, che dirige e monopolizza di fatto la vita pubblica cittadina nei suoi molteplici aspetti e intrecci –

Da un documento del XVII secolo si apprende che l’assemblea dei cittadini elegge quattro cittadini, uno dei quali per volere del principe veniva designato quale Sindaco, un secondo ricopriva la carica di Vice Sindaco, e tutti costituivano il  Reggimento (una sorta dell’attuale Giunta) –

La fine del XVIII secolo, l’età dei lumi, in Castelvetere fu caratterizzata  da un periodo di fermento e si andava alla ricerca di aperture ad innovazioni – In tale  atmosfera di rinnovamento, si ponevano sempre , a C. alla ribalta  alcune famiglie del ceto popolare che per motivi di censo o di titoli dottorali si ritenevano idonei a rinsanguare  la formale aggregazione –

Il decennio francese che aprì il nuovo secolo, mentre pose fine alla feudalità, trovò anche giusto affossare l’antichissimo istituto del Sindacato elettivo che era stato, bene o male, libera espressione popolare, per sostituirlo col decurionato, una ristretta oligarchia di famiglie meticolosamente vagliate in base al censo , ed inamovibili , da cui per decenni, fino all’unità vennero scelti ed imposti dall’alto Sindaco e Consiglieri.

Tra le figure preminenti della vita pubblica di Castelvetere ricordiamo:

1)  Il  serviente, (una sorta di messo comunale) addetto alla notifica degli atti;
2) Il  mastro datti, la cui mansione consisteva nel  redigere i verbali –
3) L’attuario, estensore degli atti (scrivano)
4) Il mastro portulano o  portulano, addetto alla manutenzione di strade e di porti, darsene qualora ve ne fossero stati (tecnico) .
5)Il catapano,  si interessava alla riscossione delle tasse sul  suolo pubblico e nei mercati.
6)Il mastro giurato, capo della milizia civica, venivano affidati alle sue dipendenze i barricelli   (vigili urbani).
7) Il mastro di fiera, controllava il buon andamento delle fiere –
8) L’erario o esattore fiscale ,il reggimento si serviva di tale figura per riscuotere l’imposta sui terreni burgensatici, dipendenti dal demanio e non controllati dal potere feudale 

– L’erario versava al reggimento e quest’ultimo nelle casse del regio fisco –

Le suddette cariche elettive, talvolta venivano messe in vendita dal Reggimento della città