CARO SINDACO PERCHE’ SI DOVREBBERO TRASCORRERE LE VACANZE A CAULONIA?
Caro
Sindaco, perché un
turista dovrebbe fare 1200 km (o più) per trascorrere le vacanze
estive a Caulonia? Sicuramente per il mare e per le ampie spiagge; altro
non c’è per il momento.
L’unica cosa veramente saggia sarebbe, in base a tale premessa,
curare al meglio quello che si ha. Nelle spiagge libere, quasi prive
di contenitori per i rifiuti (i pochi che esistono, sono strapieni di
tutto) ti ritrovi sovente a evitare vetri rotti, ferri arrugginiti, cartacce
e plastica varia. La situazione di noncuranza va oltre l’arenile;
per esempio ho avuto vergogna a passeggiare con mio figlio sul marciapiede
sporchissimo del lungomare di Caulonia. Come spiegare ai giovani di questo
paese che non si deve sporcare. Mai nulla viene rimosso e quindi ogni
giorno è sempre peggio. Basterebbe un servizio extra di nettezza
urbana per consegnare quotidianamente al turista ed ai cittadini (stranamente
non si lamentano e non protestano) una spiaggia decente, strade e marciapiedi
dignitosi. Il mare simile ad una piscina illuminata da pagliuzze dorate,
fenomeno creato dalla pirite presente nella sabbia della vostra costa,
viene invaso all’improvviso, quasi sempre alle 11:00, da un’onda
bianco-marrone che avanza contro tanta bellezza e costringe per più ore
i bagnanti a rimanere sull’arenile. Perché?
Nessuno vuol darci risposte precise. Le fogne del paese scaricano a mare?
Il super decantato collegamento tra le fogne di Roccella e quelle di
Caulonia è stato fatto? Il depuratore, che pare sia stato inaugurato
il 25 o il 19 luglio 2003, funziona? Il lungomare deve o non deve essere
rifatto dato che era stata annunciata la realizzazione per il 2003? Ma
la realizzazione del lungomare è niente al cospetto di quello
che pochi giorni fa hanno visto i miei occhi. Due fogne a pieno regime
pugnalavano e continuano a pugnalare i fondali di uno dei mari più belli
del mondo. Una scena tragica ed una riflessione: i miei figli hanno fatto
il bagno a Caulonia tra due fogne. Di chi è la responsabilità?
Caro Sindaco a questo punto credo sia suo dovere iniziare a fare l’impossibile
per risolvere questo problema. Il mio è un appello che possiede
ancora della speranza. La prego, si dedichi alla soluzione di questo
problema. La saluto con affetto e…fiducia.
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Paola
Guessarian-Bosco
(lettera tratta da “La Riviera” del 28/09/03) |
Cara
signora Paola, visto che la sua lettera non ha avuto risposta dal diretto
interessato, pensiamo che sia utile darle qualche necessaria delucidazione.
Lei, cara signora, probabilmente non riceverà mai una risposta
in quanto presumibilmente il destinatario avrà sì letto
la lettera (dopo essere stato attratto narcisisticamente dalla sua stessa
immagine) ma non ha capito che era indirizzata a lui personalmente.
La informiamo quindi che nella lingua indigena la parola Sindaco non è
mai esistita, non esiste e mai esisterà; in suo luogo si è
sempre usata quella di Sindico, anche se a volte può capitare che
qualcuno tra i meglio meglio intellettuali si prenda la licenza poetica
di dire Sindeco.
Lei è fortunata in quanto qualcuno della nostra Redazione essendo
andato agli studi fuori dai N.C.P.( Nostri Confini Paesani ) ha appreso
per necessità di sopravvivenza anche parlate esotiche ed è
stato dunque in grado di capire il suo messaggio.
Lei essendo forestiera deve essere alquanto a digiuno degli usi e costumi
locali ai quali, come l’On. Umberto Bossi insegna, dovrebbe uniformarsi,
e non contribuire a spargere “odio fisico e avvelenare la vita del
paese” come fanno i maldicenti e i bugiardi.
Essendo sicuri che il silenzio del Sindico di Caulonia sia dovuto non
tanto a mancanza di volontà di risponderle quanto a un comprensibile
fraintendimento, la invitiamo pertanto a riformulare le sue domande usando
la dicitura corretta.
La salutiamo con affetto e fiducia che lei comprenda il nostro orgoglio
neo magnogreco e post rinascimentale.
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