COMUNICATO
STAMPA
Sono
caduti i primi italiani in una guerra di invasione. Una guerra voluta
dal sovrano Bush, a cui
si è indegnamente accodato il suddito
italiano. E questi sono gli effetti.
Quegli italiani sono morti insieme alle migliaia di poveri cristi iracheni,
americani, inglesi e via dicendo per una guerra che uno sterminato popolo
della pace ha cercato di impedire con le sue enormi mobilitazioni in
tutto il mondo.
Quegli italiani sono morti perché c’è chi si pone
al di sopra del diritto internazionale.
Sono morti perché Bush, Blair, Aznar e Berlusconi si sentono forti
con i deboli e perché a fare quella sporca guerra hanno mandato
i figli degli altri…
I signori della guerra dovrebbero vergognarsi della tragedia che hanno
scatenato, invece continuano ad affermare impettiti “non ci fermeremo”.
I responsabili di quelle morti sono coloro che hanno deciso di inviarli
in un paese in guerra mentendo e raccontando fandonie. Il Governo diceva
che si trattava di missioni di pace, in zone tranquille, e che le truppe
non correvano rischi…
Oggi 18 di loro tornano nelle bare. Bisogna
trovare la forza di reagire. Il popolo della pace deve farsi sentire.
Tutti devono fare
qualcosa di concreto. Dai singoli cittadini
alle istituzioni. Per questo chiedo, come cittadino cauloniese ancor
prima che come segretario del circolo cittadino del prc, un gesto simbolico.
Chiedo che l’Amministrazione Comunale di Caulonia esponga la bandiera
arcobaleno della pace, così come fanno altri comuni d’Italia.
Se davvero nell’Amministrazione Comunale ci sono persone di sinistra
lo dimostrino.
Bisogna a gran voce chiedere il ritiro delle truppe italiane.
Berlusconi dice che il nostro paese ha acquistato credibilità agli
occhi della comunità internazionale. Invece le scelte di questo
Governo dimostrano che siamo solo servi degli USA. Se la credibilità la
si acquisisce in base al numero di soldato uccisi non vogliamo quel tipo
di credibilità.
Invito tutti i cittadini della Locride a tirare fuori dai cassetti le
bandiere della pace che per tanto tempo hanno sventolato dai nostri balconi
ad indicare la speranza che la guerra si potesse evitare. Oggi riesponiamole
per chiedere la fine dell’occupazione militare sull’Iraq
e il ritiro degli italiani in guerra.
È
importante che dalle nostre finestre, da quelle delle scuole, degli uffici
pubblici…da ovunque, si dica una sola grande parola: PACE.
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