POLITICA
E CULTURA
Perché succede
questo? Perché né quei circoli, né quei giornaletti
sono culturali. Essi sono, invece, delle tecniche mediatiche ante
litteram per organizzare il consenso.
Anche
io ho fatto queste cose, ma avevo venti, trent’anni; e già erano
sbagliate allora. Ma ripeterle, a distanza di trenta, quarant’anni,
lo trovo patetico oltre che poco rispettoso verso il paese. Patetico,
perché chi in quegli anni fondava o scriveva su quei giornaletti
ora scrive su giornali nazionali e chi in quegli anni faceva manovrette
di provincia ora è un esponente politico nazionale. Ma non si
tratta solo di questo: quei circoli e quei giornaletti !”culturali” fanno
molto male al paese. Non si può per tutta la vita fingere di
fare cosa, ma fare un’altra; fingere di pensare una cosa, ma
in effetti pensare un’altra. Qual è la lezione che ricevono
i giovani? di non essere mai sé stessi, ma di essere doppi,
ambigui e insinceri.
Pensiamo
un attimo all’ultima iniziativa, ultima in ordine di
tempo: il circolo “culturale” G. Salvemini” e
il suo relativo giornale altrettanto “culturale”.
Qual
era l’idea fondante di quel sodalizio? Mettere assieme
uomini e donne di questo paese e far loro meglio gustare una
poesia di Leopardi o di Quasimodo, o per stimolare la loro
curiosità sulle ultime scoperte della scienza o a riflettere
sui problemi più gravi dell’uomo sulla soglia
del Terzo Millennio? Niente di tutto questo. Lo scopo “vero” che
perseguivano i suoi fondatori era di mettere assieme gente
con tendenze politico-culturali assai distanti tra di loro
e, talora, contrapposte, per convogliarli in un progetto politico
già studiato nei particolari che era quello di “Rinascimento
Cauloniese” oppure, ancora più semplicemente per
acquistare una confidenza che potesse consentire al momento
opportuno di dare un’indicazione di voto. Che quel circolo
fosse stato creato pensando ad altre cose lontane dalla Cultura
lo si è capito subito: quando i suoi organizzatori hanno
ritenuto che fosse giunta l’ora, hanno abbandonato l’iniziale
prudenza e hanno buttato il circolo a capofitto nella battaglia
elettorale, organizzando convegno di studio sulla situazione
finanziaria del Comune.Qual era lo scopo vero del convegno?
Studiare le finanze comunali? Assolutamente no. Avevano bisogno
di mandare al paese un messaggio negativo sull’Amministrazione
Comunale allora in carica. Dopo le elezioni amministrative
del 2000 il circolo “culturale” è decaduto,
perché con la vittoria di “Rinascimento Cauloniese” esso
aveva perso la ragion d’essere. Ma è decaduto
anche perché il suo nome è stato utilizzato per
tentare l’operazione detta “Palazzo Lo Faro”.
Oggi, ad ogni modo, quel circolo
non servirebbe più agl’ideatori di “Rinascimento
Cauloniese”, perché essi puntano, per le prossime
elezioni amministrative, ad una lista di sinistra. Non hanno
bisogno di un sodalizio interpartitico, ma di uno strumento
che li faccia apparire come alfieri della sinistra Cauloniese.
Il circolo “culturale” “G. Salvemini”,
l’hanno chiuso e apriranno qualche altra cosa che risponde
alle esigenze della nuova fase.
Intanto,
nell’attesa di quest’altra cosa, hanno creato
un giornaletto che risponde alla bisogna e con un nome che
il momento suggerisce.
Come
i circoli e i giornaletti “culturali” degli anni
e dei decenni passati, l’attuale giornaletto non è importante
per gli scritti che contiene, che non saranno in molti a
leggere. Il suo compito è molto più semplice,
trasmettere messaggio: “Siamo noi la sinistra.”
Hanno
scritto non so quante pagine; ne avrebbero potuto scrivere
una sola con questo messaggio:“Siamo noi la sinistra.
Non vedete che esponiamo le fotografie e le firme degli esponenti
dei DS?”. A Caulonia ogni iniziativa, anche la più bella,
anche la più nobile, ha questo vizio d’origine:
dietro di essa ci sono sempre gli stessi politici che pretendono
di organizzare la società per indirizzarla, controllarla
per stringersela tra le mani come si stringe un passerotto
di cui si possono contare persino i battiti del cuore e sentire
il respiro.
Questo
a Caulonia la chiamano Cultura. Io penso che sia solo una
sua caricatura. Cultura e Politica sono due attività umane
di grande valore. Se si vuole portare rispetto ad esse, bisogna
tenerle distinte.
I
regimi totalitari, di destra e di sinistra, in eguale misura
hanno sempre preteso di sottomettere la Cultura e ridurla
ad ancella del Potere. Quando ci sono riusciti è stata
sempre una tragedia: per gl’intellettuali e per la
società tutta.
Da
noi la tattica per strumentalizzare la Cultura non consiste
nella pretesa di suggerire quello che devono scrivere gl’intellettuali,
ma ne costruire per loro dei luoghi d’incontro per
metterli nelle condizioni di sentirsi debitori verso i politici-organizzatori
culturali. E gl’intellettuali, purtroppo, si adeguano
docilmente.
Non c’è dubbio che queste
iniziative “culturali” hanno fatto molto male sia alla
politica che alla Cultura.
Intere
generazioni a Caulonia non hanno potuto godere i piaceri e le bellezze
della cultura, per queste lacerazioni cui è stata sottoposta.
i danni sono stai immensi anche se non valutabili. chi potrà mai
contare il numero dei giovani che, avendo intuito queste squallide
manovrette, disgustati, si sono allontanati dalla lettura, dalla
scrittura, dalle arti e dalle attività intellettuali per
evitare di diventare dei burattini nelle mani di burattinai.