Abbiamo assunto, dopo le ultime elezioni, l'impegno, che finora stiamo mantenendo, di confrontarci con i nostri avversari sul terreno per essi più congeniale, quello della propaganda per impedire che possano continuare a fare come nel passato.
Nel passato, fino a 16 aprile 2000, hanno detto tutto ed il contrario di tutto senza pagare mai alcun prezzo politico.
Dopo decenni di impunità
politica si apre un’epoca nuova: quella della responsabilità per tutti. Dall'impunità alla responsabilità.
Il piagnucolio continuo, il vizio di vittimizzarsi continuamente e di
gettare sempre sugli altri le responsabilità anche dei propri errori e dei propri fallimenti deve proprio finire.
Abbiamo sopportato tanto le finzioni e le sceneggiate dei politici di casa nostra. Tutto ha un limite. Questo limite è stato abbondantemente superato.
Se il manifesto del 1° settembre venisse letto da una persona non informata sulla situazione politica
di Caulonia, trarrebbe l’impressione che i suoi autori siano uomini politici dai tratti gentili e cortesi e che, viceversa, i loro avversari (cioè
noi) siano dei politici rozzi, primitivi, arroganti e incivili.
Una tale impressione sarebbe del tutto falsa; bisogna impedire che essa si formi.
Il presente scritto, che vuole essere un'analisi critica del manifesto sopra indicato, ha come obbiettivo quello di chiarire molte questioni in esso richiamate.
Eravamo
sicuri, perché l’avevano fatto con altri nel passato, che i nostri avversari, prima o dopo, sarebbero usciti con un simile documento. Hanno fatto così nel passato, continuano a farlo ora: nel momento stesso in cui picchiano sull'avversario, predicano la tolleranza; mentre restringono gli spazi di democrazia, ostacolando in tutti i modi l'opposizione nello svolgimento del suo ruolo istituzionale, si fanno predicatori dei più alti valori della democrazia; mentre rivolgono accuse gravi e non dimostrate ai loro avversari, si vestono dei panni dei garantisti più decisi.
Poichè hanno agito sempre così, ci eravamo meravigliati che dopo il 4 maggio 2000, non avessero ancora ripreso le vecchie abitudini per ripresentarsi con il viso degli angeli e in contrapposto non avessero ancora demonizzato gli avversari.
Abbiamo atteso a lungo un tal manifesto. Alla fine è arrivato, perchè, come dice un antico proverbio, "il lupo perde il pelo, ma non il vizio".
Ecco perchè sapevamo che non avrebbero cambiato registro, che avrebbero tentato il ribaltamento della verità: prima gli attacchi duri, le ingiurie violente, poi il piagnucolio, l'autocommiserazione, richiami alle "civili e nobili tradizioni" non si sa di chi.
E' come se assistessimo alla proiezione di un film già visto un migliaio di volte.
Che noia!
Questo schema ha funzionato per decenni. Ora non deve più funzionare.
I nostri avversari per 4 anni hanno adottato una linea di opposizione oltranzista verso la precedente Amministrazione.
Stavolta si deve assolutamente impedire che essi con il loro piagnucolio cambino le carte in tavola.
Possono tornare ad usare un linguaggio politico "elevato"; possono tornare a parlare di "civiltà", di "alta politica", di "grande politica", di "bella politica", di "politica alla grande"; possono tornare a riutilizzare il vecchio armamentario delle arringhe di un tempo passato per sempre.
E' un loro diritto fare tutto questo e nessuno può impedire loro di esercitarlo.
Ricordare i loro voltafaccia, le loro bugie e le loro accuse calunniose e infamanti è un nostro diritto ugualmente intangibile.
Chi ha scritto il manifesto del 1° Settembre, quello che stiamo commentando, sicuramente ha dovuto rimuovere dalla memoria proprio tutte le cose scritte e dette negli ultimi quattro anni. Noi, invece, abbiamo l'interesse che tutto sia ricordato per tutelare il nostro buon nome.
Riteniamo
utile, a tal fine, effettuare una rapida carrellata sugli ultimi 4 anni della
nostra vicenda politica.
Il 14 novembre 1996, un anno dopo le elezioni, gli
oppositori hanno convocato un anti-Consiglio Comunale, proprio così hanno definito la riunione: anti-Consiglio Comunale.
Un’iniziativa chiaramente eversiva dei principi fondamentali della democrazia.
Quale è stato il motivo di questa grave iniziativa?
La minoranza di allora chiedeva la convocazione del
Consiglio Comunale, indicando, così come la legge prevede, alcuni punti all’o.d.g.
Il Sindaco convoca il Consiglio compilando
un o.d.g. che contiene ai primi posti, i punti indicati dalla minoranza seguiti da altri, da lui proposti. La procedura seguita
era corretta. Precedenti Sindaci avevano seguito sempre questa procedura senza provocare
mai alcuna protesta.
Stavolta, invece, la minoranza prende come pretesto
la circostanza che il Sindaco aveva aggiunto altri punti all’o.d.g. per
scatenare un’opposizione durissima.
Pensate un po': un anti-Consiglio Comunale.
1997. Il PPI, sostenuto dalla Sinistra Democratica,
convoca un’assemblea in un locale di Caulonia Marina, per discutere sulla
potabilità dell’acqua.
Nel corso dell’assemblea gli organizzatori arringano i cittadini presenti spiegando loro che l’acqua è
inquinata, che salmonellosi, tifo, paratifo ed altre malattie infettive stanno
contagiando tutta la città (sembrava che fossimo nella Milano di manzoniana
memoria), e comunicano che il Sindaco, invitato alla riunione, non si è
presentato. Una grande bugia, una bugia che però serve ai promotori della riunione. Per essi solo questo conta.
Dopo di che, l’assemblea viene trasferita nel salone della Casa
Comunale. Qui il Sindaco si trova improvvisamente di fronte ad un folto gruppo
di cittadini che, avendo ricevuto informazioni false e tendenziose sulla
potabilità dell’acqua e sull’invito allo stesso di partecipare alla riunione, si esprimono con molta severità verso
di lui.
Nel corso dell’incontro fortunatamente si chiarisce che l’acqua è
potabile e che il Sindaco non aveva ricevuto
nessun invito. Di conseguenza emerge nettamente che quella
manifestazione è solo una manovra dell’opposizione per screditare il Sindaco e
tutti gli amministratori comunali.
Così l’incontro tra Sindaco e cittadini, che
comincia con un certo nervosismo, si conclude molto serenamente.
Estate del
1998. L’opposizione fa un altro passo finalizzato alla delegittimazione dell’Amministrazione Comunale eletta in elezioni democratiche e non
contaminate.
Su un giornaletto locale compare un articolo in cui
l’Amministrazione Comunale viene definita “politicamente illegittima”.
Perchè un giudizio così stroncatorio, privo del minimo equilibrio, senza nessun fondamento politico e giuridico?.
Era successo che la “Sinistra Democratica”, il PPI e Forza
Italia raggiungono, dopo mesi e anni di trattative segrete, un accordo
elettorale per la costituzione di uno schieramento da opporre alle prossime elezioni (si tenga presente che siamo nell'estate del 1998) allo schieramento che sarebbe stato guidato dal sindaco in carica.
A tal fine i
due consiglieri della Sinistra
Democratica escono dalla maggioranza. Dopo l’accordo, perseguito tenacemente
e costruito dalla Sinistra Democratica, questo gruppo, che si sente sicuro e
spavaldo, sentenzia: “l’Amministrazione Comunale è politicamente illegittima”.
Nel mese di gennaio 2000 viene indirizzata al Sindaco
del tempo, Nicola Frammartino, una lettera infamante e indegna. Poiché la
lettera ed il relativo commento da parte dell’ex Sindaco si trovano pubblicati
su questo sito (cfr. -27 Gennaio 2000 - Risposta alla lettera aperta del sindaco del 20 Gennaio 2000 - Dott. Domenico Lia, coordinatore del club di "Forza Italia" di Caulonia), riportiamo solo un brano di essa, forse il più significativo
sotto il profilo che a noi interessa in questo momento:
dimostrare che gli
autori del manifesto del 1° settembre, che sono gli stessi della lettera, non sono davvero quegli agnellini che nel
manifesto vorrebbero far credere di essere.
Chi leggesse il brano del manifesto, che riportiamo qui di seguito,
in maniera acritica e senza la dovuta informazione potrebbe pensare che gli autori sono delle povere anime innocenti. Il 1° settembre scrivono:
- "... in alcuni casi la provocazione ha raggiunto limiti impensabili per un paese civile. Lasciamo giudicare alla gente chi è cafone e chi no, ma c'è sinceramente da essere attoniti ed ammareggiati dal fatto che nel nostro paese - o comunque ai margini di esso - vi siano ancora persone con una simile concezione della politica tanto da usare questo linguaggio così pieno di odio e di livore".
Eppure nella lettera del 27 gennaio 2000 scrivevano nei confronti dell'allora Sindaco:
- “Chi
meglio di Lei può perorare la causa della non ricaduta in un periodo in cui la
“mala politica” ha distrutto, politicamente e moralmente tante brave persone?
Chi meglio di lei che ne è stato, forse in buona fede (sic!) e forse non
valutandone (sic!) le conseguenze nefaste,
attore convinto e appassionato?.
Se non è sudiciume questo, che cos'è il sudiciume?.
Nel gennaio 2000 scrivono quella "nobile lettera". Circa otto mesi dopo (1° settembre) trovano il coraggio di scrivere quel manifesto pieno di "sdegno per il basso livello raggiunto dalla politica".
Questi sono gli avversari con i quali ci siamo confrontati in questi anni.
Essi e solo essi sono la causa delle loro difficoltà politiche.
Purtroppo con i loro comportamenti, sovente insensati, hanno recato danni ingiusti e irreparabili anche ad altre persone.
Altro che vittime!
Nel mese di marzo 2000, subito dopo la presentazione
delle liste per le elezioni del 16 aprile, è stato affisso un manifesto a
cura degli stessi ambienti politici che
sono rimasti “attoniti ed amareggiati” (così scrivono nel manifesto del 1°
settembre) per i nostri comportamenti.
Il manifesto è un esempio classico da "manuale" per l' ambiguità e la mistificazione della realtà.
Vale la pena
di riportare qualche brano, perché dal primo all’ultimo rigo è un rosario di
accuse e di allusioni un po' pesanti, inaccettabili e vergognose.
-
“Si ad un
confronto elettorale sereno !”
-
“No ad
elezioni elettorali truccate”.
-
“… in un
paese arretrato, incivile, sottosviluppato, ancorato al feudalesimo (ndr: il riferimento è agli
amministratori del Consorzio di Bonifica e del Comune ) coloro che occupano le istituzioni tentano di
conservare il potere con la corruzione, il clientelismo, le false promesse
qualche volta ricatto (n.d.r.: che
gentilezza!)”
-
“…faremo di tutto perché a Caulonia le elezioni
si svolgano civilmente senza ipoteche che ci farebbero vergognare dinanzi ai
paesi civili e farebbero tanto male alla nostra gioventù”.
-
“… approfittare della miseria della
gente, per ingannarla con false promesse per "regalare” (a spese della
collettività) qualche giornata lavorativa, in spregio al buon senso ed ai
diritti fondamentali dei cittadini”.
-
“Il voto di scambio è proibito dalla
civiltà prima che dalla legge.
(ndr: per
quello che hanno fatto in quest'ultima campagna elettorale non hanno il diritto di insegnarlo a nessuno)”
-
“… è
sbagliato speculare sul bisogno
altrui”.
-
"Certamente non ha il senso delle istituzioni chi riduce fondamentali uffici comunali a strumenti di consenso elettorale che non si riesce a conquistare con il buongoverno (sic!) e la buona amministrazione (sic!)".
-
“… affinché, un giorno, tutti possano
lavorare senza perdere la dignità (ndr: non
poteva mancare il volo pindarico ovverosia lo specchietto per le allodole)
di uomini”.
-
“Sarebbe giusto che andasse ad amministrare
chi riceve più consenso sulle proprie idee, chi presenta una aggregazione più
credibile non chi riesce a farsi clientele oppure ad intercettare
scorrettamente (ndr: e quanto scorrettamente essi abbiano intercettato i voti;,
un giorno tutto si svelerà!) i voti.”
- “… diffidando chiunque dal tentare un condizionamento al libero e civile
svolgimento delle elezioni (ndr: avrebbero
dovuto diffidare sé stessi e, purtroppo per noi, non l’hanno fatto e hanno vinto le
elezioni il 16 aprile 2000. Le hanno vinte per questa semplice dimenticanza)”.
17
aprile 2000 si conoscono i risultati delle elezioni amministrative: gli uomini
della precedente Amministrazione sono stati sconfitti.
Un esponente della coalizione vincente prende il telefonino e compone un numero
telefonico: quello dell’Ufficio del Segretario Generale del Comune e gli indirizza una serie
di "gentilizze" non proprio gradite dal segretario Comunale.
Mattina del 18 aprile 2000, compare in un ufficio comunale una vignetta tendente, nell'intenzione di chi l'ha commissionata (forse un vigile), a ridicolizzare il Sindaco uscente.
4 Maggio 2000, riunione del Consiglio Comunale. Questa riunione è il punto più basso raggiunto dalla politica Cauloniese nel suo processo di degrado cui l'hanno spinta alcuni (non tutti) tra i vincitori delle ultime elezioni amministrative.
Il Consiglio era in seduta plenaria per
il giuramento del nuovo Sindaco. Doveva essere una festa. E’ stato un dramma per il Consiglio Comunale e per Caulonia.
Tra i sostenitori dei vincitori presenti in sala e taluni
consiglieri di maggioranza (la maggior parte dei consiglieri di maggioranza ha tenuto un comportamento serio; la stessa cosa non si può dire per tutti gli altri) si stabilisce un dialogo fecondo: una competizione a chi urla di
più all’indirizzo dell’ex Sindaco.
Due ore di fischi, di urla, di invettive sconsiderate,
di interruzioni, di accuse di tutti i generi; due ore di villanie, di
volgarità, di umiliazioni. Alcuni consiglieri della maggioranza hanno sudato le
proverbiali sette camicie per aizzare contro l’ex Sindaco la folla dei loro
sostenitori.
I termini "cafone", "cafoni dai colletti bianchi" utilizzato dall'ex Sindaco in un documento successivo, tendevano a stigmatizzare questi comportamenti incivili e ingiuriosi, miranti a mortificarlo e ad umiliarlo. Sicuramente con questi aggettivi non si manca di rispetto verso coloro che hanno originato e fomentato quegli episodi non certo edificanti.
Probabilmente
gli autori del manifesto del 1° settembre 2000 sono tra quelli che hanno gioito, goduto e hanno inteso mostrare la loro gratitudine verso gli autori di tali villanie, attaccando i giudizi
espressi dal sindaco uscente nei confronti dei responsabili di
quell’ignobile aggressione.
Gli autori del manifesto, infatti, non hanno speso
né nel manifesto del 1° settembre, né prima, una sola parola di condanna
per quei fatti. Hanno solo cercato
argomenti per tentare di criminalizzare l'ex sindaco per i giudizi di severa condanna verso i responsabili di quella tristissima vicenda.
Qualcuno ricorderà che una scena simile era avvenuta in un
Consiglio Comunale del 1956, nella riunione di insediamento del Consiglio
Comunale subito dopo le elezioni amministrative, che avevano visto la sconfitta
della Democrazia Cristiana.
La persona a cui era stato riservato un uguale
trattamento era il Dott. Vincenzo Bombardieri. Dopo di allora mai più nel
Consiglio Comunale di Caulonia si era svolta una così vergognosa esplosione di
intolleranza politica.
Da parte dei consiglieri di maggioranza non una parola
di moderazione, non un invito alla
tolleranza, non un monito ai più esagitati al rispetto della sacralità del
luogo; solo arringhe di basso livello morale e culturale da parte di uomini che
si sono improvvisati ad improbabili e mediocri capipopolo.
Chi avesse
letto questo manifesto, senza conoscere questi precedenti, crediamo che non
avrebbe potuto apprezzarlo per così come merita.
Passiamo ora all'esame delle lagnanze dei nostri interlocutori e a quello dei singoli brani del manifesto.
- “Sono appena quattro mesi che siamo all’amministrazione
per espressa, limpida e convinta volontà della nostra gente…”
Negli scritti dei
nostri avversari emerge forte il bisogno di sottolineare e imbellettare la
vittoria del 16 aprile 2000, definendola limpida.
In un giornaletto locale pubblicato un paio di mesi fa, la
vittoria è stata definita "pulita".
Ci dev’essere un motivo per tanta insistenza.
Noi vogliamo solo ricordare un vecchio adagio latino: exscusatio non petita
accusatio manifesta.
- ... Non a caso
non ci si limita ad attaccare noi, ma l’intero Paese, infatti nel
predetto giornaletto - a pag.7- si arriva a dire “che in un paese con una
pubblica opinione che si rispetti nessuno si permetterebbe di scrivere queste
cretinate (che linguaggio civile!) … quindi un paese che ha la classe politica
così sballata non meritava sorte migliore!” Eccoci serviti!! Abbiamo fatto i
cattivi e siamo stati puniti!
Noi
riteniamo che a Caulonia ci siano tante persone colte, intelligenti, di buon
senso e intellettualmente oneste.
Sappiamo pure che non ci sono dei luoghi,
come circoli culturali (veri, non
finti di cui siamo tutti stufi), gruppi musicali, teatrali, di lettura.
Insomma non ci sono luoghi di dibattito e di confronto, dove si irrobustisce
l’opinione pubblica. Questo abbiamo detto e questo ribadiamo. E’ un’offesa a
qualcuno?
Pensano davvero di creare un contrasto tra noi e il paese?
Vedremo!
Per ora, nonostante il risultato elettorale, tra noi ed il paese c'è un rapporto meraviglioso. Tra alcuni di loro ed il paese, il rapporto è stato sempre, proprio sempre, pessimo e hanno dovuto intrigare per non scomparire dalla scena.
Riguardo alla teoria secondo la quale
- ... la precedente (ndr: giammai questa) Amministrazione aveva sequestrato la politica,...
ci siamo permessi di qualificarla una "cretinata". Abbiamo sbagliato? Non lo crediamo.
In
un pubblico manifesto abbiamo precisato che per la prima volta in estate a
Caulonia Centro c’è acqua potabile. Abbiamo precisato che l’acqua proviene da
“Miglioline” e che il relativo acquedotto à stato realizzato dalla precedente
Amministrazione. La cosa più importante
per noi è di chiarire questa circostanza, alla quale teniamo moltissimo. Essi sostengono che questo aspetto a loro non
interessa. A noi, sì.
Riguardo
alla potabilità dell’acqua nel manifesto si sostiene che sono state effettuate
49 analisi e l’acqua è risultata potabile.
Sembrano dei bambini pescati con le
mani nella marmellata. Non sanno come
difendersi e si impappinano.
Il problema non è il numero delle analisi
effettuate, ma se l’acqua è risultata potabile o no. Loro sostengono che è
potabile. Noi siamo più contenti di loro. Solo che osserviamo: l’acqua non è la
stessa di un anno, di due, di tre anni fa? Se l’acqua è potabile oggi, lo era
anche allora.
La campagna sulla
potabilità dell'acqua è stata una vergognosa, indegna e bugiarda strumentalizzazione per
tentare di screditare i precedenti
amministratori comunali.
Sulle fogne a cielo aperto, un'altra bugia.
La regione ha disposto un finanziamento per rimediare a questo problema molto prima delle elezioni del 16 aprile 2000. Si noti inoltre, l'incongruenza: alcune righe prima sostengono che loro non vogliono rivendicare nulla
-
"... Siamo così lontani da questo spirito (di rivendicare delle realizzazioni) ... "
A poche righe di distanza si smentiscono e rivendicano, dicendo una grossa bugia, anche quello che non potrebbero rivendicare. Che coerenza!
C'è un aspetto positivo nel manifesto: non parlano più di secondo dissesto; hanno cambiato registro, ora parlano di
- "... autentico disastro finanziario ..."
Incominciano a fare marcia indietro. D'altra parte un'amministrazione Comunale che sarebbe sul punto di dichiarare il secondo dissesto non avrebbe fatto certe spese.
Dichiarano
nel manifesto che
- “.. da circa tre anni
non si pagano i tributi”.
Su questo terreno possono essere bugiardi quanto
vogliono, perché non possono dirla più grossa di quella detta durante la
campagna elettorale: 7 miliardi di maggiori accertamenti.
Con quella gigantesca bugia
hanno acquisito un’abbondante franchigia.
Caulonia
li, 20 Settembre 2000
Dott. Nicola Frammartino
Capo-gruppo Consiliare "Caulonia 2000"
Comune di Caulonia
|