CAULONIA
E
LE
PROMESSE
MANCATE
La
delusione della gente è la nostra delusione. Il disorientamento
di chi ci ha votato e ha creduto in noi, è il nostro disorientamento.
Si è riusciti, in poco meno di un anno e mezzo, a disperdere gran
parte del patrimonio politico costruito tenacemente e con enormi difficoltà
in anni di lavoro e che aveva trovato la sintesi nella lista “ALTERNATIVA
PER CAULONIA”. Non esiste un dialogo, anche se difficile, con il
paese. Non esiste una maggioranza che discute, propone, critica, suggerisce,
decide.
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Da
queste considerazioni sono scaturite le dimissioni del vicesindaco Mauro
Tuccio e del presidente del consiglio Teresa Giamba.
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Che le cose non si mettevano bene, per il paese e per la maggioranza che
lo amministra, lo andavamo dicendo da tempo nelle sedi ufficiali ed in
incontri informali.
Per amor del vero, le stesse considerazioni critiche e segnali di insofferenza
provenivano anche da larghi settori all’interno della maggioranza:
da discreti ma forti accenti di preoccupazione fino ad arrivare a prese
di posizione più visibili, come ad esempio l’autosospensione
dai lavori della giunta dell’assessore Maiolo, l’uscita dal
gruppo unico di maggioranza da parte di Rifondazione Comunista, fino alla
dichiarazione di voler costituire gruppo autonomo del consigliere Scicchitano.
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Quindi le dimissioni del vicesindaco e del presidente del consiglio, non
facili, non prive di sofferenza, prese al culmine di una lunga e meditata
riflessione, come è nel loro costume morale e politico, rappresentano
essenzialmente un atto di grande chiarezza verso la maggioranza amministrativa,
ma soprattutto una testimonianza di profondo rispetto per il paese.
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Da queste dimissioni sono passati ormai quindici giorni. Ci illudevamo
di provocare una reazione forte, una discussione accesa, appassionata,
all’altezza della drammaticità del problema posto.
Niente di tutto questo, ma sempre e solo la stanca routine di quest’anno
e mezzo.
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