Festival cauloniese di Tarantella Power
Angelo Maggio

Con il record assoluto nella storia della rassegna (e anche di un singolo concerto),Tarantella Power consegna agli archivi una edizione da record che aumenta ancora di più la percentuale di soddisfazione, considerando che fino a due settimane dall’inizio tutto sembrava in alto mare. L’armonia ritrovata tra la giunta guidata dal Sindaco Campisi e gli esponenti dell’Associazione Culturale ARPA di Catanzaro ha invece consentito un risultato talmente straordinario che per tentare solo di emularlo per la prossima edizione bisognerà rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro molto presto. Quasi venticinquemila presenze complessive registrate dalle forze dell’ordine, di cui oltre seimila per il concerto di Avitabile filato liscio come l’olio, il pieno gradimento da parte degli operatori commerciali e la conferma ottenuta con i fatti delle scelte artistiche compiute, non bastano a rendere l’idea completa di quello che ormai è diventata la rassegna che partendo dalle musiche tradizionali calabresi guarda al resto del mondo. Uno scrigno prezioso da preservare, soprattutto al di là delle beghe di natura politica e sul disorientamento alimentato ad arte da chi, evidentemente non riesce a capacitarsi che tutto questo splendore non gli sia attribuibile.”'O Munno se move”, come cantava Enzo Avitabile durante il concerto conclusivo con una Piazza Mese stipata all’inverosimile, attingendo a piene mani dalle musiche tradizionali provenienti dal napoletano per poi volare altissimo tra Africa e Medio Oriente. Ed è stato proprio il movimento, quello fisico in prima battuta che sottende poi ad oscillamenti tra vari stili e suggestioni che è da ritenersi la prima chiave di lettura di un concerto riuscitissimo. La sola presenza sul palco della Paranza dei Bottari di Portico di Caserta è di una forza iconografica ed energetica veramente forte; il violento ed arcaico incedere sulle enormi botti, tini e falci si rivela il motore propulsivo del concerto, e dell'intero progetto musicale di Avitabile. I brani sono di grande spessore, quasi tutti cantati in dialetto napoletano "con storie che raccontano di popoli che vivono il dramma della guerra e della vita passando dai villaggi africani a quelli sofferenti e oppressi della Palestina, il tutto eseguito con un impeto e una forza travolgente ma anche con una tenerezza che arriva dritta al cuore". Enzo da parte sua ha quasi trent’anni di onorata carriera sedimentati nella mai persa venatura funky degli esordi abbinata al jazz di Charlie Parker che riecheggia nel suo sax e che ora si muove a suo agio in tanti dialetti del mondo. Canto a fronna e pastellessa lanciano messaggi sociali forti, inequivocabilmente pacifisti e maturi, e anche quando il testo è incomprensibile l'energia che c'è dietro quella sì che è sempre palpabile. "Guagliù, ci siete?" chiede divertito durante un rap dal testo ispirato al griot africano Fela Kuti - "Si!" rispondono tutti in coro - "chest'è solo ritmo ed energia!" ride lui.E dal vivo i brani funzionano ancora meglio che sul già ottimo cd per oltre due ore e un quarto di gioia pura suggellata in un clima di fratellanza dall’estemporanea tarantella “dance” in cui Avitabile chiama sul palco Danilo Gatto e Antonio Critelli dei Phaleg insieme a Ciccio Nocera dei pregiati suonatori di Gallicianò e Peppe Ranieri ed Antonio Codispoti suonatori di zampogna a chiave di S.Andrea, che hanno animato tutte le sere le esibizioni fino alle prime luci dell’alba allo “sperone”.

Caulonia li, 25 gosto 2005


Angelo Maggio