“LA
POLITICA DELLO STRUZZO NON SEMPRE PAGA”
20
marzo 2004. Esattamente un anno dall’inizio di quella sporca guerra
imperiale che Bush junior, seguendo le orme del padre, ha scatenato contro
l’Iraq. Guerra che la moltitudine pacifica che ha sommerso le strade
e le piazze di tutto il mondo non è riuscita a fermare.
Ad un anno di distanza si manifesta di nuovo, ovunque, dagli Usa al Giappone,
dalla Francia all’India. In Italia forse la manifestazione più
imponente, quasi due milioni di cittadini vi partecipano, a dimostrazione
che le scelte fatte da Berlusconi, signore della guerra, e dai suoi amiconi
non ha il consenso dell’opinione pubblica.
Una grande giornata e un grande risultato del popolo della pace che però
è stato oscurato, ancora una volta, dalle polemiche.
Già dalla sera stessa, per non parlare dei giorni successivi, i
media non mettono in evidenza la straordinaria partecipazione, ma discutono
solo delle contestazioni a Fassino. I Ds e la Margherita, che pure non
hanno MAI votato contro la guerra all’Iraq, anzi l’hanno favorita
votando l’aumento del numero di nostri soldati impegnati in Afghanistan
per consentire agli americani di recuperare forze per l’offensiva,
consapevoli che quella del 20 sarebbe stata una manifestazione incredibilmente
partecipata hanno deciso di parteciparvi. Peccato che le parole d’ordine
della manifestazione (contro il terrorismo e contro la guerra) non avessero
nulla a che fare con le loro posizioni politiche, visto che solo due giorni
prima (18 marzo) avevano manifestato insieme a Forza Italia e AN, che
sostenendo le follie di Bush non hanno fatto altro che favorire il terrorismo,
che grazie alle distruzioni della guerra può più facilmente
fare proseliti e ingrassare le proprie fila. Tra l’altro né
La Russa né Schifani hanno fischiato Fassino (evidentemente su
queste questioni c’è identità di vedute).
Fassino, che provocatoriamente ha deciso di partecipare ugualmente al
corteo del 20, è stato ovviamente contestato. Era evidente che
la sua partecipazione era solo strumentale. I manifestanti hanno accolto
bene anche forze politiche che non hanno nessuna storia di sinistra, come
Di Pietro e addirittura il sindacato dei Carabinieri. Forze diverse e
lontane da un’appartenenza politica di sinistra, ma coerenti nel
dire NO alla guerra. I DS, che in Parlamento non hanno votato contro il
rifinanziamento della missione irachena (tranne la sinistra interna),
non avevano nulla in comune con chi è sceso in piazza a manifestare
contro l’obbrobrio della guerra preventiva. I DS, che hanno sostenuto
la guerra alla Serbia (con D’Alema Presidente del Consiglio) e quella
all’Afghanistan, non c’entrano nulla col pacifismo. Eppure
volevano mettere la bandiera su una manifestazione che non gli apparteneva.
E tutti si sono scandalizzati delle contestazioni. Se gli spintoni sono
sempre da condannare, nessuno mi può impedire di fischiare chi
si vuole indegnamente appropriare della mia partecipazione ad un corteo
per i suoi calcoli politici. Scrivono i Disobbedienti in un comunicato
stampa che mi è pervenuto e che vuole essere una lettera aperta
ai DS: “Avete seguito un cliché preordinato: se nessuno vi
avesse contestato avreste sostenuto che eravate perfettamente interni
al movimento, anzi che il movimento si schierava sulle vostre posizioni;
se foste stati contestati avreste detto che si trattava di poche frange
violente da isolare. Peccato che isolare due milioni di persone è
un'impresa ardua, e alla fine il rischio, con tutta franchezza, è
che ad isolarvi siate voi”. Tra l’altro la colpa della tensione
viene attribuita al servizio d’ordine militarizzato dei DS: “A
piazza dell'Esquilino, quando un gruppo di manifestanti ha cominciato
spontaneamente a contestare la presenza di Fassino alla manifestazione
e a urlargli contro, gli energumeri del servizio d'ordine hanno cominciato
ad aggredire la gente con spintoni, calci e pugni, e abbiamo rivisto comparire
i manganelli in uso alla polizia. A questo punto in tanti abbiamo sentito
l'urgenza di resistere a questa violenza e a questa arroganza. La voce
si è sparsa nel corteo e in molti siamo risaliti fino alla piazza
per sostenere le contestazioni e rispondere alla vostra aggressione. Quando
avete capito che non riuscivate più a passare e che vi sareste
trovati di fronte migliaia di persone decise a contestarvi ,vi siete fatti
di lato e avete invitato i carabinieri a caricarci. Insomma prima avete
aggredito chi vi contestava e poi, rimasti in pochi, avete pregato che
a farlo fossero i carabinieri”.
Fassino definisce “squadristi” i Disobbedienti, mentre con
chi sostiene guerre che fanno migliaia e migliaia di morti ci manifesta
assieme…
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