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Mi è sempre
piaciuto, nel corso di un mio viaggio, prendere appunti
su cui poter tessere un piccolo diario.
L'innato interesse per la diretta osservazione di posti
nuovi, il piacere dì relazionarmi in incontri
casuali e non, inevitabilmente mi portano ad annotare
cercando di non tralasciare nulla di quanto
vissuto ed esperito nel testo delia mia cronaca,
perché ho
sempre ritenuto che il fascino della parola scritta
superi la più efficace delle fotografie e, in
un'epoca che vede il trionfo dell'immagine, ciò mi
sembra da non sottovalutare. Penso che particolari stati
d'animo, delicate emozioni o un'acuta riflessione non
possano essere meglio rappresentati che con la parola
scritta, al fine di una futura memoria. Spesso mi sono
limitato ad una semplice scaletta, talvolta ad una più generica
annotazione, una scarna espressione, ma il bisogno di
fissare tali particolari momenti è stato sempre
forte e, a volte, persino rimanendo seduto al mio
posto all'interno dì una carrozza ferroviaria
ho cercato d'impegnare il tempo in un modo piacevole.
Di frequente, nell'immenso spazio della sala
d'attesa dì un aeroporto internazionale, prima
dì accedere
nell'abitacolo di un velivolo, ho
alternato la
lettura di una buona guida |
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.con
la divertente stesura di un capitoletto di un
mio diario, crogiolandomi così a rivisitare e, quindi,
rivivere una vicenda da poco conclusasi.
Così sono
nati i diari intorno alla mia, mai dimenticata, esperienza
in India, condivisa con l'amico Gianluigi Hyerace,
oppure sul suggestivo "tour", che in compagnia
di Marilisa Marrone e Vin-cenzo Najmo, mi ha visto turista
per i fiordi della Norvegia. Non ho mai osato, o meglio,
ritenuto opportuno pubblicare questi miei lavori
nati per puro diletto e destinati a rimanere chiusi in
un cassetto.
Non così è per questo mio ultimo diario di
viaggio, il quale, seppur concepito con gli
stessi intenti degli altri, ha subito nella descrizione
quotidiana degli avvenimenti, approfondimenti e aggiunte che
hanno reso il testo più complesso, al punto da pensare
di poterlo proporre all'attenzione dei miei tanti amici
e
conoscenti. Sovente in Adelaide, in Perth sono stato sollecitato
ad esprimere il mio parere sulla condizione dei miei
concittadini emigrati e quanto gradissi la loro ospitalità.
Ad un'ovvia risposta immediata, ho preferito rimandare
alla lettura delle pagine del presente diario. Mi auguro
di essere riuscito ad appagare la curiosità dei
nostri amici, perché su questi fogli ho cercata di
bloccare, fissare i tanti attimi indimenticabili che hanno
reso vivo
e bello il mio viaggio. J. R. Kìpling riteneva che "...
al mondo ci sono due tipi di uomini: quelli che stanno a
casa e quelli che non ci stanno". Sicuramente io "di
diritto" entro nel secondo gruppo tanto che ripetutamente,
con forte e simpatica espressione cauloniese, vengo"apostrofato " come "malu
spruverinu". // diario è destinato a tutti gli
amici incontrati laggiù e sicuramente a tutti coloro
che mi vorranno accogliere nelle loro letture, solo così il
mio lavoro non si porrà alcuno scopo se non quello,
di cui ci dice A. Moravìa, di "... ispirare...
Io stesso interesse e la stessa simpatia che mi hanno spinto
a viaggiare" per la lontana terra d'Australia.
Prima di congedare questo mio scritto per affidarlo alle
cure della casa Editrice Corab, mi siano consentiti doverosi
saluti di ringraziamento a tutti quegli amici che con suggerimenti
seri, con affettuosi incoraggiamenti ed opportune sollecitazioni
mi hanno affiancato in tutto questo lasso di tempo: Luigi
Briglia, Teresa Cannizzaro, Pino Canzio, Beppe Criscuolo,
Orario Di Landro, Maria Falcone, Teresa Greco, Vincendo
Mercuri, Alessandro Michelotti, Francesco Mirigliano,
Eldo Naymo,
Rita Petruzzo, Pino Pugliese, Claudio Siciliano, Mirella
Sìmonetta e la sempre amata nipote Amina Scaglione.
Un ringraziamento particolare va ad Alessandro Cavallaro,
decano degli scrittori cauloniesi, vero e grande esperto
dì quelle strutture complesse ed affascinanti che
sanno rendere la lingua italiana eternamente nobile e aulica.
Inoltre mi piace salutare Antonio Collaci, amico
di famiglia e mio personale, scrittore di sagace vena umoristica
da cui ho molto appreso.
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