Canto d'amore


Uomo di Golgota.
nel tuo campo ho
posato
la mia tenda vagabonda.
Tu eri là,
i piedi
nella rena del deserto.
Tu, Giglio delle valli,
nell'arsura rovente
per aspettare me
che arrancavo
esausta,
sbilenca,
senza punto cardinale.
E poi...
fu
il Tuo petto!
acqua, acqua viva
per la mia grande sete!
Cantai,
cantai in quell'acqua
e fui
un'ape altissima nel sole;
non mi consumò l'energia della materia,
anzi,
diventai gioia,
quel calore diventò danza,
diventò arpeggio…
il mio canto d'amore!
Le mie labbra bruciate furono chitarra,
i piedi piagati, cembali.
Non era un miraggio,
le lacrime non si erano seccate e,
come fa il sole sulle onde, sprigionarono bagliori di luce,
caddero sui tuoi petali, o Rosa di Sharon!
divennero gocce di perle sotto il dito che facevi scorrere sulle mie gote piagate,
fin sulla lingua asciutta.
Ti accorgesti che ero nuda.
Allora, spiegasti sudi me la tua bandiera!
Era di sangue.
Sopra c'era scritto:
AMORE!