Culti cauloniaesi, il sacro e il profano nei riti della Calabria Ultra
di Gustavo Cannizzaro
Presentazione di Cristina Scuteri

 
           

 

 

 

 

 

 

 

 



 

GUSTAVO CANNIZZARO
Culti Cauloniesi, il sacro e il profano nei riti della Calabria ultra
ed.Coriab,pp.240, € 15,00

Presentazione di
Cristina Scuteri

Edito con il contributo dell'Amministrazione comunale di Caulonia, "Culti cauloniesi: il sacro ed il profano nei riti della Calabria ultra" di Gustavo Cannizzaro, si propone - e vi riesce a pieni voti - quale lavoro certosino di ricerca e di recupero di usi, costumi, tradizioni e patrimonio culturale cauloniese. Un'eredità culturale tramandata oralmente, che correva il rischio di disperdersi nel tempo.
Punto di forza dell'opera è il suo porsi a metà tra gli studi di ricerca accademici, spesso riservati ai pochi addetti, i quasi élitari, insomma, e le indagini chiuse in sé stesse, campanilistiche, che si guardano allo specchio. Con dedizione, infatti, e forse anche con un pizzico di malinconia, Gustavo Cannizzaro ripercorre, da gennaio a dicembre, gli appuntamenti salienti che scandivano la vita dei nostri nonni a Caulonia: dal periodo di Carnevale alla Settimana Santa, alla celebrazione di Sant'Antonio ed al "comparato di San Giovanni" in giugno, alla festa "extra-moenia" di Crochi, ai festeggiamenti ottobrini in onore del Santo Patrono Ilarione Abate, sino alla "grande attesa" per il Natale.
La descrizione di questi momenti collettivi di vita paesana non è fine a sé: ricorrono frequenti confronti con il modus vivendi dei comuni viciniori cui l'Autore si accosta servendosi delle parole di illustri scrittori calabresi quali Mario La Cava e Corrado Alvaro. Non manca, del resto, il riferimento al lavoro di Davide Prota, sacerdote, storiografo, cittadino dei primi anni del Novecento, dalla cui lettura è impossibile prescindere nel caso si voglia veramente approfondire la conoscenza della storia cauloniese.
Il libro servirà a non perdere la memoria del nostro passato ed è un bene, dal momento che ogni popolo dovrebbe avere coscienza delle proprie origini.
Se le parole di Cannizzaro rappresentano il testo di una musica, i suoni vengono ad essere rappresentati da 60 belle fotografie in bianco e nero di Luigi Briglia poste in appendice al libro e che conferiscono completezza all'opera
"In esse - secondo Cannizzaro - il fotografo, infatti, ha saputo cogliere i momenti salienti dei riti e delle cerimonie che si sono susseguiti nel corso di un anno". Un lavoro valido, dunque che può essere, a diritto, considerato quale ottimo supporto o punto di riferimento, se non un invito, a proseguire le attività di ricerca secondo le stesse modalità e, pertanto, non possiamo che complimentarci con l'Autore.

(Cristina Scuteri)


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