Diritti Globali e nuova cittadinanza attiva

di Gaetano Briguglio

           

 

 

 

 

 

 

 


     
 

Diritti globali e nuova cittadinanza attiva

di Gaetano Briguglio

 
 

L’espressione icastica della Chiesa per criticare la nuova legge italiana sull’immigrazione: “Nessun uomo è un clandestino” può diventare un formidabile slogan per una nuova idea di globalizzazzione.

Pensare globale può essere non solo utile ma necessario in un mondo nel quale 1 miliardo e deduecento milioni di persone vengono deprivate del bene più prezioso per la loro sopravvivenza l’uso dell’acqua potabile (altro che l’arsura di Palermo) mentre un cittadino USA può disporre per 425 al giorno. Se è stata globalizzata l’ingiustizia perchè non può esserlo la solidarietà?

Sulla globalizzazione gli studiosi hanno prodotto finora una letteratura tanto sterminata quanto contraddittoria al punoto che appare un’impresa disperata trovare dello stesso fenomeno due definizioni combacianti. In realtà il termine è talmente vago da poter riguardare sia la speranza di inclusione nel mercato globale dei poveri del mondo, come pure il disegno supponente di sfruttare i deseredati del pianeta da contrappore ai lavoratori organizzati dei paesi ricchi come esercito di riserva con lo scopo di ridurre i diritti ed aumentare i profitti.. Una cosa è certa: finora la globalizzazione non ha ridotto la forbice tra ricchi e poveri del nostro pianeta, se è vero che il divario tra il 20% benestante ded il 20% indigente della popolazione mondiale è passato negli ultimi tre decenni dai 30 a 1 del 1960 ai 60 a 1 del 1990 (Vedi il saggio di Luciano Gallino “Globalizzazione e disuglianza” pubblicato da Laterza). Perchè la globalizzazione è un potere che ha avuto la sua giustificazione “etica” e di fatto nella massimizza- zazione del profitto e nella “modernità” e rispetto al silenzio ache ne ha avvolto l’avanzata, il popolo di Seattle ha avuto il merito di aver dirompente la discussione su questi tem e reso visibile a tutti la protesta (colorita) contro le decisioni dei “Grandi” della terra. Si può dire pertanto che nonostante le contraddizioni interne sia nato un movimento di cittadini attivi che non accetta più l’ordine della civiltà del profitto e che dà voce (anche in musica) ai diritti dei poveri. I no global hanno così costretto la società civile dei paesi ricchi, i partiti democratici, i movimenti progressisti di tutte le aree a riscoprire un pianeta dimenticato e guardare in faccia che questo “moderno” sviluppo ha prodotto, a riaffermare il valore della micro e macro solidarietà con la nascita e la proliferazione di iniziative locali ed orgnizzazioni non governative che lo erano state all’inizio del secolo le società di mutuo soccorso. Intanto i massa media ci raccontano da alcuni anni di una formidabile ripresa economica dietro l’angolo, mentre si assiste allo stillicidio quotidiano di scandali finanziari per falso in bilancio, di risparmiatori piccoli e medi respinti, borse in calo, dei consumatori terrorizzati che autoriducono gli acquisti perché preoccupati del futuro che li attende.

Di che cosa è figlia l’odierna congiuntura?

Dell’illusione che la caduta dei muri facesse sorgere un altro cielo sopra Berlino un pianeta di libertà per tutti i poveri di tutti i continenti e li trasformasse in benestanti.

La fine della storia, della politica, dei conflitti sociali. Tutto era possibile per tutti purchè si accettassero le nuove non regole della reaganomic meglio conosciute come deregulation.

Un mercato dell’economia mondiale che passa sopra tutte le teste, dalle idee divergenti agli incentivi non remunerativi come prestiti d’onore, dalla violenza alla natura alla non adeguata manuntenzione degli aerei di linera, perchè le assicurazioni costano meno dei controlli. Può accadere pertanto che una medicina si ritiri dal mercato perchè gli utenti sono pochi, oppure che non si cedano i brevetti farmaceutici ai paese del Terzo Mondo affetti da malattie terribili, ma gli si vendono armi per un uso spesso indotto, forse nella speranza che i missili curino in maniera più radicale le epidemie.

Si distrugge la biodiversità perchè gli orgnismi geneticamente modificati hanno maggiore resa, le sementi sterili infatti vanno comprate ogni anno.

Gli scienziati però ci avvertono che per mantenere lo stile di vita occidentale abbiamo consumato la terra. Per la prima volta infatti, la pressione dell’umidità ha superato un quinto in più delle risorse naturali. Siamo alla globalizzazione dei profitti e alla parcellizzazione dei diritti da quello all’esistenza che ha senmpre levato alto “Il grido contro il vitello doro”( sottotitolo paradossale del suo inno alla vita. ...Questa società civile è un soggetto polticio con la P maiuscola... e dovrà arrivare a scrivere un proprio manifesto. La forza propositiva va recuperata dal basso in quanto forze civili, Chiesa e sindacati dovranno dare il loro contributo. Il movimento dovrà garantire la massinma trasparenza e non rinuciare mai ad una discrimi nante: la non violenza.

 

 


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